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Conto Termico 3.0: Guida Completa agli Incentivi per Pubbliche Amministrazioni e Privati

Il Conto Termico 3.0 rappresenta un’opportunità per elevare l’efficienza energetica dei nostri edifici, soprattutto per il settore Pubblico e per le Imprese. Per i privati l’incentivo non si applica a spese di coibentazione termica, ma solo alla parte impiantistica, ricadendo in determinate casistiche. Ecco perché dal nostro punto di vista rappresenta un’opportunità, ma solo se abbinata ad uno studio serio dell’involucro, cercando di ridurre il più possibile le dispersioni.

Prima l’involucro e dopo l’impianto.

Ester Riva Ingegnere

Il Conto Termico 3.0 è il nuovo strumento di incentivazione statale che sostiene interventi di efficienza energetica e l’uso di energie rinnovabili. Gestito dal GSE, prevede contributi a fondo perduto con una dotazione di 900 milioni di euro annui, suddivisi tra Pubbliche Amministrazioni e privati.

In questa guida vediamo nel dettaglio chi può accedere, quali interventi sono incentivati e come richiedere i fondi.

Incentivi Conto Termico 3.0 per la Pubblica Amministrazione

Alle Pubbliche Amministrazioni sono riservati 400 milioni di euro annui. L’incentivo copre fino al 65% delle spese e arriva al 100% nei casi di:

  • interventi in piccoli comuni con meno di 15.000 abitanti;
  • riqualificazione di scuole, ospedali e strutture sanitarie pubbliche.

Interventi ammessi per la PA

  • Isolamento termico e sostituzione infissi;
  • Riqualificazione impianti con pompe di calore, caldaie a condensazione, biomassa, solare termico;
  • Building automation e illuminazione LED;
  • Installazione di fotovoltaico con accumulo e colonnine elettriche (solo con sostituzione impianto termico);
  • Demolizione e ricostruzione NZEB (edifici a energia quasi zero).

Modalità di accesso per la PA

Le modalità previste sono due:

  • Accesso diretto: entro 90 giorni dal termine lavori;
  • Prenotazione fondi: riservata alle PA, con diagnosi energetica e delibera amministrativa.

Conto Termico 3.0 per Privati e Residenziale

Ai privati spettano 500 milioni di euro annui. Possono beneficiarne persone fisiche, condomìni e altri soggetti privati, purché l’edificio abbia un impianto di riscaldamento esistente.

Interventi ammessi per i privati

  • Pompe di calore elettriche o a gas;
  • Sistemi ibridi factory-made;
  • Generatori a biomassa ad alta efficienza;
  • Solare termico per ACS e riscaldamento;
  • Scaldacqua a pompa di calore.

Modalità di erogazione

Gli incentivi vengono erogati in rate annuali costanti (2 o 5 anni in base alla potenza). Se l’importo è pari o inferiore a 15.000 €, il contributo viene erogato in unica soluzione.

Cumulabilità con altri incentivi

Il Conto Termico 3.0 non è cumulabile con altri bonus statali sullo stesso intervento. Per le Pubbliche Amministrazioni, però, è possibile integrarlo con fondi PNRR o bandi regionali, purché il totale dei contributi non superi il 100% delle spese ammissibili.

FAQ sul Conto Termico 3.0

Chi può accedere al Conto Termico 3.0?

Pubbliche Amministrazioni, privati e soggetti del settore terziario con edifici dotati di impianto di climatizzazione esistente.

Quali interventi finanzia per i privati?

Pompe di calore, biomassa, solare termico, sistemi ibridi e scaldacqua a pompa di calore.

Quali spese copre per la PA?

Oltre a fornitura e posa, copre diagnosi energetiche, APE, progettazione, direzione lavori e collaudi.

È cumulabile con altri incentivi?

No per i privati. Sì per la PA, in combinazione con altri fondi, entro il limite del 100% delle spese.

https://www.anci.it/wp-content/uploads/2025/09/Conto-termico-decreto.pd

Conclusioni

Il Conto Termico 3.0 rappresenta un’opportunità per elevare l’efficienza energetica dei nostri edifici, soprattutto per il settore Pubblico e per le Imprese. Per i privati l’incentivo non si applica a spese di coibentazione termica, ma solo alla parte impiantistica, ricadendo in determinate casistiche. Ecco perché dal nostro punto di vista rappresenta un’opportunità, ma solo se abbinata ad uno studio serio dell’involucro, cercando di ridurre il più possibile le dispersioni. Diversamente, agire solo sull’impianto non significa la vera risposta di cui un edifico ha bisogno.