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copertina articolo cause di un cappotto mal realizzato

CAPPOTTO TERMICO POSATO MALE: I POSSIBILI ERRORI

Il recente Superbonus 110 ha portato all’installazione di una quantità incredibile di cappotti termici sui nostri edifici. Nel corso di questi anni abbiamo potuto osservare cantieri in ogni angolo delle nostre città. Viaggiando per Pisa, Pontedera, Lucca, l’installazione di ponteggi e di cappotti termici è stato all’ordine del giorno. Mi sono sempre chiesta se questi fossero installati correttamente, se la maestranza alla quale fosse affidata l’esecuzione dei lavori fosse o meno qualificata per poter realizzare un intervento così delicato ed impattante sulle nostre abitazioni. Questi cappotti porteranno a dei danni sulle abitazioni negli anni futuri?

A distanza di poco tempo possiamo però cominciare a fare un bilancio e vedere quali siano le cause che portano ad un isolamento a cappotto mal installato.

Cappotto termico: la certificazione ETA del sistema costruttivo

La prima possibile causa può ricondursi alla tipologia del sistema utilizzato.

Un cappotto termico non è meramente l’assemblaggio di tanti elementi uniti insieme tra loro, ma rappresenta un sistema vero e proprio, costituito si, da tanti elementi, ma che devono lavorare correttamente insieme. Questo sistema necessita di essere validato in “fabbrica” dal produttore, attraverso il rilascio di certificazioni che ne garantiscano l’affidabilità. Sto parlando della certificazione ETA, ossia la Valutazione Tecnica Europea (in inglese European Technical Assessment), che rappresenta un documento contenente prestazioni di un prodotto da costruzione.

L’ETA è un documento di natura volontaria.

Come detto per poter certificare un cappotto termico, i test sono da realizzare sull’intero sistema, così come sui singoli componenti. In particolare, si prevedono prove di caratterizzazione dei componenti atti a individuarli:

  • materiale isolante;
  • tasselli;
  • profili;
  • colle rasanti;
  • finiture;
  • armature.

Sono previste prove di prestazione sia dei componenti (per esempio prove di adesione al supporto dei collanti), sia tra componenti (per esempio prove di adesione tra collanti e isolanti), sia dell’intero sistema (per esempio la prestazione di reazione al fuoco).

L’ultimo passo da compiere una volta ottenuto l’ETA è la predisposizione da parte del produttore della marcatura CE cappotto termico, cioè far stampare le etichette con il simbolo CE da apporre sul prodotto e contenenti, oltre al simbolo, una serie di indicazioni relative al prodotto stesso. E’ di nuovo l’ETA che regolamenta il contenuto dell’etichetta così come le modalità della sua apposizione.

Purtroppo la scelta di sistemi certificati è stata molte volte by-passata: complice la fretta nel dover realizzare e terminare i lavori con i materiali effettivamente a disposizione e la mancanza di obbligatorietà da parte della norma all’utilizzo di tali sistemi, scelta lasciata alla discrezionalità del progettista.

L’utilizzo di sistemi certificati rappresenta un elemento di garanzia per il cliente finale. Se trascurato e sottovalutato, può comportare l’insorgenza di criticità future, con problematiche di affidabilità.

Capotto termico e corretta installazione: il manuale Cortexa

La seconda causa è legata alla corretta installazione del cappotto termico.

Abbiamo visto la nascita di numerose imprese, caratterizzate dalla presenza di posatori che dovrebbero essere formati e qualificati. Ma sarà stato effettivamente così? Quanti di essi erano minimamente consci di come installare nella maniera corretta un tassello, di come applicare la colla sui pannelli, di come applicare la rete porta intonaco e di conseguenza l’intonaco di base. Di quale fosse la tipologia di intonaco di finitura migliore.

A seconda della tipologia di isolante utilizzato la disposizione dei tasselli varia, così come la quantità di rasatura e la posizione della rete.

La posa del cappotto termico necessita pertanto di prestare attenzione a tutti quei piccoli particolari che però fanno la differenza in termini di tenuta a fessurazioni future ed ad infiltrazioni di acqua.

A tale scopo uno strumento utile di riferimento è rappresentato dal Manuale Tecnico Cortexa, che nasce proprio per venire in aiuto di progettisti e posatori che desiderano realizzare progetti di isolamento termico degli edifici di qualità.

manuale cortexa


Cappotto termico posato male: il ruolo della progettazione e della Direzione Lavori

La terza causa che può portare ad un’errata esecuzione del sistema costruttivo a cappotto è legata, a mio avviso, alla progettazione e alla direzione dei lavori.

I punti di cui sopra devono essere in primis pensati, studiati, scelti e successivamente validati e controllati da un direttore dei lavori che abbia le necessarie competenze per capire e prevenire eventuali problematiche future. Il controllo in opera della corretta esecuzione è compito fondamentale del direttore dei lavori che deve tutelare il cliente finale da eventuali disastri futuri che si possono verificare.

Il recente caso di Pisa, finito su tutti i social e giornali, che mostrava la caduta a terra dello strato finale di armatura del cappotto, ne è la prova lampante.

Conclusioni

La corretta progettazione e posa in opera del Sistema a Cappotto svolge un ruolo fondamentale nella qualità finale dell’isolamento termico degli edifici e può essere effettuata solo da chi dispone di conoscenze teoriche e pratiche molto approfondite, così come di una lunga esperienza sul campo.

Solo attraverso la riqualificazione energetica, che passa necessariamente anche attraverso l’utilizzo di tipologie costruttive di questo tipo, si potranno raggiungere gli obbiettivi di risparmio energetico, benessere e qualità di vita nei nostri edifici.

Se anche tu desideri saperne di più sugli interventi di isolamento termico e sulle eventuali
problematiche che si possano verificare, non esitare a contattarmi. Sarò felice di
condividere la mia esperienza e offrire consigli personalizzati.